Chiuso nel mio bozzolo di uomo
mi alzo dal letto ogni mattina
e ignoro dove vivo, chi sono.
Basto a me stesso se questo
significa restare morto dentro,
se questo significa il rispetto
di qualcosa a cui non credo,
e non cerco nulla di diverso
per non sentirmi straniero
di fronte ad uno specchio,
perché ormai mi riconosco
solo con un vestito addosso,
e nudo mi sento a disagio
sebbene in tal modo sia nato,
e così muoio sotto lo sguardo
dell’unico uomo che ho amato,
di colui che non mi offre ristoro
ma soltanto un vago ricordo
di lui, di me stesso, del mondo:
un incubo lontano dal sogno