
Questo articolo intende innanzitutto ribadire che il litigio con la Francia è stato gestito male dal Governo italiano.
D’ora in poi, infatti, i cugini d’Oltralpe staranno sul chi vive quando si parlerà di Africa, e avranno il tempo di studiare ritorsioni micidiali nei confronti di Roma, sapendo da che parte può arrivare il pericolo.
La mossa di Di Maio, quindi, sembra essere stata pensata per motivi elettorali più che per una reale strategia politica, per un reale sostegno all’Africa. L’Italia, in tal modo, manterrebbe un continuo terreno di scontro su cui far prosperare i Cinque stelle (e Salvini, che in realtà è sempre stato il vero soggetto da inseguire su un tale terreno), ma non il popolo.
Ecco perché, come direbbe Pascal, non posso perdonare Di Maio: non lo posso perdonare perché per la sua ambizione sfrenata, per la sua smania di potere, per la sua voglia di mantenerlo non avendone alcun titolo (ma proprio nessuno), ha creato una frattura in Europa senza risolvere nulla in Africa.
Il presente articolo vuole anche capire come mai Trump intenda andare via dall’Afghanistan e dalla Siria.
Voglio dire: ci può essere un collegamento con l’annuncio di voler intervenire in Venezuela?
Trump aveva promesso un disimpegno in campagna elettorale, sia chiaro. Ma quando Erdogan “ha fatto il cattivo”, il Ciuffo Planetario non ha minacciato militarmente nessuno, ha solo detto che avrebbe scatenato una bufera finanziaria sulla Turchia, cosa che è puntualmente avvenuta.
Questo una prima volta, ossia nel caso del pastore protestante arrestato “ingiustamente” da Ankara: e pure una seconda, quando i turchi hanno minacciato la distruzione dei curdi combattenti contro l’Isis; i curdi, e cioè i fedeli alleati degli americani nella Mesopotamia.
Se vogliono, insomma, gli Usa sanno bene come farsi rispettare.
Adesso stanno minacciando gli europei rispetto all’Iran, ma con l’Europa la questione è diversa, si sa. Come lo è stata e lo è coi russi, coi quali hanno deciso di non esagerare in Siria. E allora mi chiedo: non sarà anche per tale motivo che gli Usa hanno stabilito di andarsene in fretta e furia da tale regione?
Dopotutto la Siria non ha petrolio, e il Venezuela ne ha tanto. Inoltre la Siria sta vicino alla Russia, sta in Asia, mentre il Venezuela sta in America. Qualcuno ricorderà la famigerata dottrina Monroe, stando alla quale gli Usa già nell’Ottocento pretendevano mano libera sulle Americhe, lasciando agli europei dell’epoca il resto del mondo. Quale occasione più ghiotta di quella attuale contro Maduro per rispolverare una simile dottrina (ossia le Americhe agli Stati Uniti – contro Russia e Cina in primis questa volta -)? Certo, in Venezuela si intravede una guerra civile all’orizzonte, ma in molti casi gli Usa non sono intervenuti in situazioni simili: gli Usa difendono i movimenti democratici quando conviene, così come attaccano le dittature con la stessa logica. Gli americani si proclamano difensori della libertà in Venezuela? Benissimo. Ma perché non lo sono anche in altre zone del mondo dove dominano feroci tiranni?
L’Arabia Saudita è una dittatura, tanto per fare un esempio, eppure nessuno la tocca: come mai? Il principio di difendere la democrazia è un principio, è come tale ha la caratteristica di dover essere perseguibile ovunque, altrimenti che principio è?
Chiedo agli Usa, insomma, di non confondere come al solito le acque: in politica internazionale i valori, l’etica, non c’entrano nulla (con la realtà: con la propaganda, invece, sì, sempre).
E chiedo di non confondere le acque pure agli europei, quando, come i politici francesi, amano ergersi a fari di libertà, amano indossare le vesti da “illuministi” insomma, ma solo a casa propria, allorché difendono ad esempio il filosofo ebreo Finkelkraut (aggredito verbalmente a Parigi dai “gilet gialli” qualche giorno fa): sono però, i politici francesi, fari improvvisamente bui fuori dai confini nazionali, e soprattutto fuori dall’Europa.
In Africa ad esempio, dove Parigi è sempre stata contentissima di sostenere molti dittatori, i quali, quando devono scappare cacciati dal popolo, sanno che un castello chiavi in mano in Francia, in città o in campagna, c’è sempre per loro: basta che abbiano un po’, un bel po’, di quei quattrini che così efficacemente sono riusciti a sottrarre al proprio popolo con la benedizione, quando non con l’aiuto, dell’Eliseo.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.