
Il 15 settembre uscirà un mio articolo su intelligenza, creatività e logica sulla rivista trimestrale di scienza e storia “Prometeo”.
Nel breve saggio difenderò l’idea che la separazione tra intelligenza e creatività sia perlomeno curiosa, e che l’intelligenza sia una somma di qualità dove la creatività rappresenta la parte più alta, ineffabile e complessa; al punto che, se si deve fornire una definizione univoca di intelligenza, che oggi di fatto non esiste, io proporrei la seguente: l’intelligenza è una capacità legata alla creatività, ed anzi l’intelligenza è innanzitutto creatività, o, se vogliamo, la creatività è la parte più alta dell’intelligenza.
Ciò non esclude che ve ne siano altre, ma più che parlare di varie forme di intelligenza parlerei di varie facoltà che la formano, e che hanno lo scopo di servirne una che è la più alta di tutte. Al punto che tutte devono contribuire a farla uscire fuori per poi essere da questa trascinate, se si vuole parlare di un soggetto dotato di un’intelligenza degna di tale nome. Altrimenti l’intelligenza rimane immatura, o zoppa: perché un po’ di creatività esiste in ognuno di noi, certo, ma è proprio essa, più che altre facoltà, che può, ed anzi deve, essere esercitata e sviluppata.
Del resto, chi non ha mai sentito il discorso per cui certamente esista una base genetica per l’intelligenza a cui fa seguito l’ambiente, e che anzi l’ambiente risulta alla fine determinante? Da molto tempo penso che l’ambiente, compreso – sia chiaro – quello interiore del soggetto, sia volto a sviluppare soprattutto una ben precisa parte dell’intelligenza, ossia quella creativa, che rende l’uomo capace di esprimere “sino in fondo” quanto egli è sul piano intellettuale e spirituale (un’altra associazione, questa, su cui si fa spesso confusione, tanto è vero che spesso si parla di “grandi spiriti” per riferirsi a grandi pensatori e a grandi creativi).
Così, ad essere messa in forse come facoltà capace di risultare autonoma e indipendente è innanzitutto la logica. Per me è addirittura dubbio ritenere tale facoltà degna di uno spazio a sé, come invece spesso pensano molti, al punto che per loro intelligenza e capacità logiche vengono intese come sinonimi. Ed insomma, per tante persone l’intelligenza è innanzitutto, o addirittura solo, quella logico-matematica.
Vedremo perché questo succeda e perché bisogna a mio avviso ripensare l’intelligenza nei termini che ho detto, come una somma di facoltà in cui la creatività rappresenta la sua componente più alta, quella più difficile da esprimere, ma anche la più efficace, quando questo succeda, per la realizzazione di ogni essere umano.
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