Ma la vogliamo smettere di definire la Russia una superpotenza?

Spesso si definisce la Russia una superpotenza, come gli Stati Uniti e come, sempre più, la Cina.Ovviamente, la Russia sarebbe una superpotenza da un punto di vista militare e, in parte, politico.
In realtà definendola così si fa un grande favore a Mosca (ed in particolare a Putin), che superpotenza non è. 
Non lo è, ripeto, da un punto di vista economico, avendo essa un’economia paragonabile a quella della Spagna, che però ha molti meno abitanti e molto meno territorio, e quindi inferiore a quella dell’Italia stessa. Non lo è da un punto di vista politico perché se la forza militare aiuta a sostenere la sua influenza manca però la componente economica, sempre necessaria a rendere un paese sufficientemente influente in ogni angolo del mondo. Tanto più che anche dal punto di vista militare la Russia manca di quella proiezione planetaria che invece vantano gli Stati Uniti: e le manca perché del reparto militare non possiede la parte più costosa da costruire e mantenere, ossia la flotta di mare, una flotta dotata di sufficienti navi con copertura aerea adeguata per le forze di terra, ossia portaerei e portaelicotteri. Ma per costruire  e mantenere il personale di una portaerei di grande stazza ci vogliono almeno uno o due miliardi di dollari. La Russia ne ha solo una, gli Stati Uniti ben dieci, più almeno altrettante portaelicotteri grandi come portaerei europee, che sono decisamente più piccole di quelle americane.
Il punto è che la Russia ha dalla sua la grande forza nucleare (la maggiore al mondo), un apparato che le garantisce uno scudo contro qualsiasi attacco; ha la forza nucleare che le viene dall’Urss, e un enorme territorio pieno di risorse, senonché esse non vengono utilizzate per sostenere uno sviluppo economico degno di questo nome per una serie di decisioni sbagliate (o, per meglio dire, volute) di Putin: uno sviluppo economico mancato che impedisce la crescita demografica del paese, che ha solo 146 milioni scarsi di abitanti contro i 330 degli Stati Uniti che sono però estesi poco più della metà.Tutto questo per dire che è solo la forza nucleare della Russia che le permette di aspirare a colloqui a due con gli Usa, colloqui che appunto la legittimano come superpotenza, ed è questo il motivo per cui Mosca preferisce di gran lunga agli incontri a tre sull’Ucraina con la Francia e con la Germania, che pur assai più piccole territorialmente e demograficamente la superano di tutta la testa da un punto di vista economico, preferisce di gran lunga dicevo gli incontri a due con gli statunitensi. 
Ma c’è davvero bisogno di legittimare Putin e  il suo desiderio di farsi bello e grande agli occhi del mondo? Non riuscendovi egli, il cosiddetto “zar”, né da un punto di vista economico, né diplomatico, né politico né, in parte e di conseguenza militare (a parte che per l’arsenale nucleare, ripeto), Putin ha bisogno di alcuni colpi di scena, di incontri a due con l’unica vera superpotenza del presente, ossia gli Stati Uniti, e sarebbe meglio impedirglielo. Il padrone di Mosca riesce però sempre a creare tensioni utili ai suoi scopi, ieri con la Crimea, poi con la Siria, oggi con l’Ucraina e il suo legittimo desiderio di far parte della Nato; con ciò non rendendo automatica, però, l’installazione di missili nucleari sul suo territorio che potrebbero far paura a Mosca legittimamente per via della loro vicinanza al territorio russo e alla capitale in primis: Cuba era un’alleata dell’Urss ma gli Usa impedirono l’installazione di missili sovietici sull’isola perché troppo vicini a casa loro.
La Russia prima di atteggiarsi a super potenza deve diventarlo, e sono gli occidentali che devono aprire gli occhi ai russi (per lo meno quelli poco informati, delle campagne innanzitutto) sul vero status del loro paese, e questo per evitare che nutrano un’ammirazione fuori luogo nei confronti di Putin. 
Putin non ha reso la Russia una super potenza, anzi, ha solo aumentato la sua influenza su molte delle repubbliche ex sovietiche, a partire dalla Bielorussia, con esiti ancora tutti da verificare, ha potenziato l’apparato industriale-militare nazionale per le sue mire, ha accentrato l’economia nelle mani di pochi gerarchi facilmente controllabili e ha impedito lo sviluppo di un vero libero mercato che un dittatore de facto come lui teme; del resto, non bisogna dimenticare che anche in Cina l’economia è in gran parte in mano allo Stato, e se essa è più grande di quella russa è innanzitutto perché riguarda una popolazione dieci volte superiore – ed infatti il reddito pro capite è simile, ed anzi oggi leggermente migliore tra i russi, soprattutto a parità di potere d’acquisto -. Dopodiché i maggiori introiti le vengono non dal mercato delle armi (Mosca è il secondo esportatore al mondo dopo Washington) ma da quello degli idrocarburi, che non ha prodotto ma si è trovata belli e pronti per essere venduti all’estero. Infatti la Russia di Putin non ha sviluppato gli idrocarburi “non convenzionali” con cui gli Usa  sono diventati, da importatori, esportatori netti nel settore energetico; ed insomma Mosca vive di rendita, vive di quello che c’è, come una rendita è, ripeto, il suo enorme apparato nucleare, almeno in gran parte.
Forse è venuto il momento di dire che l’imperatore è nudo, e che anzi Putin non è neppure un imperatore, non avendone né la dignità né tanto meno la forza.

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